rancore

Senza. Senza l’ossessione: lui mi ha fatto, lei mi ha detto. Per denaro, invidia, potere, indifferenza, malvagità, pura malvagità. Pensiero preminente, su tutto, che mi precede, accompagna, segue. Ombra densa, collosa, che annoda i sentimenti. Irrecuperabile attesa di poter restituire il colpo. Nitido colpo. Ricordo solitario, rimasto lucente nel cinerino del tempo intanto andato.
Senza l’angustia: solo l’immagine, la scena rivista mille volte, le parole sfrontate non si smorzano nell’aria. Perché non c’è aria. Il respiro bloccato ogni volta che il pensiero si affaccia. Lui mi ha fatto. Lei mi ha detto. Maniaco, solitario consumarsi.
Con la libertà: di pensare pensieri nuovi, messaggeri separati dal dolore ormai innocuo, che può diventare prova già andata, risata saggia.
Vita un po’ incauta, pronta a perdersi perché sa di sé, circondata di storie, più serie e più allegre della sua, e voci e coincidenze e scanti, e campi che si possono calpestare lasciando tracce da abbandonare o ripercorrere, insieme e da soli e poi ancora insieme, una festa, allegria del ritrovare questa intima, tutta nostra, potente, necessaria forza che ci fa compagnia.
Vita libera, abbastanza libera, e quindi restituita, nostra unica occasione finalmente afferrata.
Una vita libera dal rancore.
Facebooktwitterlinkedin

Nessun commento

Posta un commento