desiderio

C’è un’età in cui il desiderio è moltitudine, confuso, scomposto, un campo di battaglia in cui tutti gli schieramenti hanno ragione, perché sono vita da sdipanare in direzioni tutte ancora possibili, e da percorrere in parte e poi lasciare e poi ancora percorrere. Diventeranno progetti, creazione, vita.
Una specie di trasumanare del desiderio, un superare l’umano limite, che ci porta oltre le nostre forze, e non sappiamo come ma è possibile più del nostro possibile.
In questa stagione il desiderio è vita pura, ancora sconosciuta vita. Perché ha la furia dell’interrogare, non si rassegna all’ovvio, non sa credere che la vita è tutta qui.
Gli occhi fissi a un possibile che non ha orizzonte, l’appartenere ad altro che non è il nostro limite. Non sopporta l’oltraggio della ragionevolezza.
È sempre potente. Non c’è alleato più fidato per il nostro buon agire, se ha speranza.
Il desiderio giovane muore quando la speranza viene scippata da generazioni che non hanno creduto in un futuro da consegnare ai figli, oppure se si estenua nel sognare l’impossibile, l’abbaglio di un successo che non ci conquistiamo con l’impegno dei nostri talenti l’un l’altro riconosciuti.
La dissipazione del desiderio giovane è il nostro male e la nostra condanna.
Avvenire, 12 aprile 2012
Facebooktwitterlinkedin

Nessun commento

Posta un commento